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trilogia della parola in corpo

con Francesca Lo Giudice
Lara Riccio
Francesca Tagliabue

durata 50'


“In corpo” è espressione di vitalità umana. “In corpo”, in quanto esso è organismo complesso, che manifesta pensieri e parole attraverso conseguenze fisiche. Le sue tensioni sono multiformi, i suoi linguaggi si fondono e si distaccano con continui giochi di equilibri: un universo altamente espressivo. Tuttavia cosa accade se ad essere tradotto è un corpo specifico? Nasce così la Trilogia della Parola in Corpo, lavoro che si muove costantemente tra l’Universo della Gestualità e un mondo più intimo e circoscritto qual è quello delle donne del Sud Italia. Osservazione di pratiche quotidiane e degli impercettibili rituali che scandiscono i tempi e le relazioni della sfera femminile con le Alterità. Riflessione su un sistema culturale che si fa linguaggio all’interno di uno spazio apparentemente così lontano e circoscritto; Intuizione dell’esistenza di codici comuni poiché radici stesse dell’Essere Umano, così vivide in un Sud Italia in cui la tradizione si attarda ad estinguersi e la primitività permane. Trilogia da intendersi dunque come un Trittico: nasce e si muove dalla Terra, naturale richiamo. La scena si apre con la presenza di Donna malinconica e affascinante, quello spirito forte poiché in ascolto con un suo mondo interiore e rivolta a sua volta alle sue radici esterne. Donna scissa ma imperturbabile, che si allontana ma sa sempre ritrovarsi. Nella seconda parte si passa poi ad una sfera femminile dalle tinte più fosche e frammentate. Le Tarantate, da intendersi come fenomeno sociale della tradizione ricollegabile a nevrosi psicosomatiche di natura isterica. Femminilità tanto turbata da soffrire in modo sovrannaturale. Frantumata, inappagabile nelle viscere. La festività in questo caso si fa momento di accoglienza e accettazione, atta a favorire la liberazione dalla sofferenza; una catarsi collettiva per sanare le ferite di cupe realtà dilaniate. Tradizione, religione, credenze popolari. Questi fattori gravitano tutti intorno al nostro fulcro, lo spirito femminile, che percorre i secoli cambiato e dirottato, ma nel profondo sempre fedele al suo più intrinseco intuito. Ed è attraverso un lavoro di scrematura che si approda infine alla figura di Donna più misteriosa e perturbante. La Magara, detentrice di un sapere in accordo con piani naturali più celati. Tira il filo dell'inconscio, lavora col simbolo, si fa vento e sfugge. Essa è l'ultimo atto, il più potente. Tre momenti scanditi da tre elementi icastici presenti nella scena di volta in volta, per accompagnare lo spettatore in questo viaggio nella delicata intimità femminile. Uno spettacolo che umilmente attinge da un mondo espressivo così fortemente caratterizzato; che de contestualizza e allo stesso tempo conserva il senso primo di tale linguaggio, ma che lo trasforma creando parole-gesto inserite con cura in un discorso scenico complesso e articolato.

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Il blog di Lorena Martufi - Trilogia della Parola in Corpo