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progetto “coperta”

Coperta è un progetto fotografico, un manifesto di poetica realizzato grazie all’aiuto del fotografo Claudio Tomaselli.

Coperta è una stratificazione di livelli di senso operata tecnicamente tramite il collage.
Un’operazione chirurgica in cui le parti anatomiche fondamentali per la mia poetica teatrale e di vita, quelle attraverso cui significati profondi vengono espressi senza parole, vengono asportate da vecchie fotografie per essere montate sulla mia figura.
Le fotografie in questione provengono da un vecchio archivio di un paese meridionale e ritraggono unicamente donne, detentrici quasi esclusive dei segreti di questa forma di comunicazione che si chiama gestualità, e che da anni tento di carpire. Compiendo un lavoro archeologico, per lungo tempo, ho scavato per ritrovare le rovine di saperi e tecniche non ancora perdute ma sicuramente dimenticate e, insoddisfatta del risultato, coperta dalle loro mani quasi per osmosi attendo di saperne di più.

Coperta è lo sfondo di queste vecchie fotografie, sempre una coperta, la migliore del corredo, per coprire il vecchio muro retrostante, la porta scrostata o il nulla dell’aperta campagna. Un oggetto magico capace di cambiare scenario e stato, pronto a diventare altare onorifico fuori dal balcone durante la processione del santo, da letto ad altare in un gesto soltanto. Io ho scelto quella donatami da mia nonna, di seta ocra.

Coperta è la patina rosa che abbiamo voluto dare al lavoro, strizza l’occhio alle vecchie fotografie ma non troppo da eliminarne l’effetto pop, da santino laico che vuole essere.

Coperta è un amuleto, una reliquia, un lavoro che ha bisogno della matericità della carta per essere efficace. È una dichiarazione di intenti e una linea guida per non smarrire la strada: guardare all’antico per ritrovare comunicazioni silenziose ma efficaci, contenuti importanti, la temporalità del rito, la lentezza del giorno in cui lievita il pane. Il silenzio.

Coperta è un augurio.


Al lavoro fotografico voglio affiancare una suggestione sonora, sperando che possa far intuire la dimensione umana e sociale da cui proviene il materiale.